Il nuovo pregevole romanzo di Giovanna Strano narra la tormentata vicenda esistenziale di Amedeo Modigliani, pittore e scultore livornese di famiglia ebrea che nel 1906 fu sedotto dalla “ville lumiere”, la grande capitale europea “crogiolo dell’arte e della cultura del tempo”. Giunse a Parigi per vivere la sua avventurosa e fiorente stagione bohémienne.
Il mio corpo, ben presto, è stato marcato dal rovinio e dagli avvenimenti terreni, celando interiormente una sveglia ticchettante che faceva diminuire, istante dopo istante, la durata dell’agire. In egual misura cresceva l’anelito verso l’eternità.
A Parigi Modigliani trovò l’ambiente ideale per sperimentare la sua arte, traendo ispirazione dalle donne che furono le sue amanti e muse. Il romanzo esplora il poliedrico universo femminile che gravitò attorno all’artista, fatto di donne intellettuali che lo stimolarono mentalmente, stuzzicando il suo genio creativo e delle quali si innamorò perdutamente. Una su tutte la poetessa russa Anna Achmatova, eternata in molte sue tele, che scrisse dei versi in memoria di Amedeo, che racchiudono tutta la partecipazione emotiva della loro relazione. Ma è giusto ricordare anche la giovanissima pittrice Jeanne Hébuterne, la sua ultima compagna, che due giorni dopo la morte di Modì, si lanciò da una finestra con il bambino che portava in grembo.
Storie tormentate intrise di sofferenza e abbandono, amori assoluti vissuti con la dedizione e la passione di un uomo che è ben consapevole della sua fine, che sente il peso di un tempo centellinato e che voleva lasciare un segno indelebile in questo mondo, conscio del fatto che la sua arte gli avrebbe donato l’immortalità, la sua ricompensa in cambio di una salute sempre cagionevole e una vita breve.
Ci si desidera e basta, per un istante, un giorno o l’eternità. Poco importa. La magia di un sentimento ricambiato, che identico sorge nell’intimo di due individui separati facendone un tutt’uno ha qualcosa di stupefacente e ancora non riesco a capire come possa avvenire.
L’autrice, con la straordinaria sensibilità che la contraddistingue, scandaglia la personalità di Modigliani, spingendosi molto oltre la sua nomea di “artista maledetto”, segnato da vizi ed eccessi, ne parla in prima persona per esprimere al meglio i suoi pensieri più intimi, i suoi moti interiori, appassionando il lettore all’invero.
È riuscita ad inquadrarlo in un preciso e affascinante contesto storico fatto di circoli di artisti, della sua rivalità con Picasso, della sua ammirazione per gli impressionisti e Cézanne in particolare, e poi lo scoppio della prima guerra mondiale, l’epidemia di febbre spagnola e la fine della Belle Epoque.
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