Sul quadro più famoso del ‘400 italiano, la Primavera del Botticelli, sono stati condotti parecchi studi per comprenderne il significato, pensando che il maestro Botticelli abbia voluto nascondervi dei segreti e celarvi delle storie nascoste.
L’analisi delle varie ipotesi formulate è appassionante. In esse mi sono imbattuta mentre scrivevo il mio romanzo storico “La Diva Simonetta” che narra la vera storia della Venere del Botticelli: Simonetta Cattaneo Vespucci.
Tra tutte le interpretazioni ne emerge una molto suggestiva, perché riconduce alla vita di uomini e donne del tempo.
Secondo Lightbown il quadro della Primavera, oltre a trasmettere un messaggio legato alla stagione dei fiori e degli odori, viene realizzato per celebrare il matrimonio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici con Semiramide Appiani, nipote di Simonetta.
Lo studioso rileva come le Grazie vengano presentate in atteggiamento provocatorio, in quanto suscitatrici di desiderio per la bellezza delle forme giovanili. Il dipinto è l’esaltazione dell’amore legittimo, quale godimento nell’ambito del matrimonio.
Anche un’altra studiosa, Mirella Levi d’Ancona, sostiene la stessa tesi. Afferma che la centrale delle tre Grazie sarebbe Semiramide Appiani, Mercurio è identificabile con Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici.
Un altro studioso, Bredekamp, insiste sempre sulla tesi della raffigurazione della famiglia Medici, ma individua Lorenzo di Pierfrancesco in Mercurio, e lo attesterebbero le corrispondenze araldiche. Difatti quest’ultimo usa il simbolo del giglio, in quanto nel 1483 era stato ufficialmente inviato alla cerimonia dell’incoronazione di Carlo VI re di Francia e i gigli sono una pianta araldica francese. I frutti di arancio fanno parte dell’araldica dei Medici, in quanto si riferiscono al gioco di parole tratto dall’espressione latina mala medica, che sono proprio le arance.
Semiramide sarebbe la Venere centrale, incinta del primo figlio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici.