Amedeo Modigliani ama citare questa massima ispirata da Gabriele d’Annunzio.
Il significato di tale espressione assume un valore particolare perché nessun altro, meglio di lui, comprende la bellezza fuggevole della vita e la sua fragilità.
Molti ritratti di Modigliani sono senza le pupille, raffigurando soggetti con uno sguardo vergine. Le figure sembrerebbero inumane, pur emanando un’atmosfera di calma, trasmettendo un senso di dolcezza e di pace. I volti riprodotti esprimono un tranquillo abbandono e una serena accettazione dell’esistenza.
Tra i ritratti vi è “La ragazza con camicetta a pois”, riprodotta con un volto stretto e capelli corti ben pettinati. Indossa un abito da festa su uno sfondo denso di sfumature blu, verdi e grigie.
La giovinezza della modella, il lieve rossore sulle guance, lo sguardo velato azzurro, la compostezza dell’immagine sul fondo chiaro non sono altro che un inno alla vita. Nell’insieme, l’immagine è estremamente armonica e risoluta.
In questo quadro non vi è sofferenza, con una predisposizione verso il futuro. Eppure il quadro è stato realizzato nel 1919, periodo nel quale Modì era già molto sofferente.
Un’altra opera estremamente positiva è “Bambina in blu”, realizzato nel 1918.
La modella è una bambina di 8 o 10 anni con le mani incrociate davanti. Sul viso appare il rossore della timidezza. Nell’insieme, la scelta dei colori pastello che sfiorano le varie gradazioni del ceruleo, mischiate ai toni caldi e rosei della carnagione, esprime una profonda dolcezza e innocenza.
La figura si staglia in un contesto di spessore realizzato attraverso la proiezione delle ombre sul muro. Si tratta di uno dei pochi dipinti dove il pittore rappresenta la profondità dell’ambiente.
La figura emerge estremamente concreta ed è l’emblema dell’inno alla vita di Amedeo Modigliani.
Brano tratto dal romanzo “Parlami in silenzio Modì:
La percezione che tutto sia fuggevole e precario, in quanto immerso nel divenire dell’esistenza, è solo un’impressione dell’animo umano. Eppure, se riuscissimo a spogliare quei momenti di felicità pura dai particolari legati alla corporeità dell’essere vivente, resterebbe un sentimento eterno, sfiorato in alto a una vetta, dove non vi sono nuvole né venti che offuscano il raggiungimento del sublime.
Ai piedi della mia musa di eterna bellezza non so se piansi, se risi. So solo che restammo così in una trasposizione sovrannaturale, e lei era immersa nella mia stessa estasi.