Il romanzo “Ho ucciso Andy Warhol”, novità editoriale di questi giorni, focalizza l’attenzione sull’artista che ha dato forma alla Pop Art, insieme a tante altre figure di spicco che gravitarono intorno alla Factory, ma anche sulla figura della sua attentatrice: Valerie Solanas.
Femminista radicale, utopista, lesbica, scrittrice, conduttrice radiofonica, anticipatrice della queer culture, Valerie Solanas è nota come colei che sparò ad Andy Warhol.
Il movente è da identificare proprio nell’opera “Up your ass” (traduzione “In culo a te”) la cui copia originale, meticolosamente dattiloscritta dalla Solanas, fu sottoposta a Warhol, il quale non solo la giudicò oscena, ma la smarrì.
Up Your Ass (In culo a te), che tanto spaventò il maestro della provocazione Andy Warhol, è un atto unico che racconta la giornata della giovane prostituta Bongi Perez, donna spiritosa, lesbica, implacabile castigatrice delle dinamiche di potere tra uomo e donna, e della variegata fauna metropolitana con cui quest’ultima si trova a interagire: drag queen, prostitute sfortunate, anziani sporcaccioni, intellettuali, casalinghe disperate e ragazze emancipate.
Brano tratto dal romanzo “Ho ucciso Andy Warhol”:
«La sera del 3 giugno 1968 dove si trovava?»
Lei ride:
«Sapete bene dove mi trovavo, altrimenti perché mi state facendo un processo?»
«Signorina, si attenga a rispondere esclusivamente alle domande, senza commentare, altrimenti dovremmo vietarle di parlare, perdendo l’opportunità di difendersi.»
Lei si guarda intorno con un sorriso beffardo, facendo smorfie con la bocca. Indossa il solito maglioncino a dolcevita, un paio di pantaloni, una giacca anonima. I capelli sono arruffati. Ha dovuto togliere l’inseparabile berretto, per rispetto alla corte.
Il giudice teme che voglia sputare a terra.
Intorno c’è un brusio. Il magistrato invita all’ordine battendo ripetutamente il martelletto.
«Va bene. La sera del 3 giugno ero per strada a cercare di vendere qualche copia dello SCUM, il manifesto per la liberazione delle donne. Avevo fame e non avevo nulla da mangiare. Poi decisi di andare a trovare Andy Warhol nel suo studio.»
«Perché è andata da Andy Warhol?»
«Perché dovevo convincerlo a restituirmi il mio manoscritto Up Your Ass.»
«Signorina, eviti di usare parole scurrili o dovrò rimandarla in cella.»
«Signor giudice» sorride sarcastica con un ghigno «è il titolo della mia opera teatrale.»
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