Mazzarrona.
Un rione periferico della mia città dove nel 2007 ho iniziato l’attività di dirigente scolastico. Ci sono rimasta per quattro anni a conduzione del V Istituto comprensivo “De Amicis”, e sarei ancora lì se la politica nazionale miope non avesse considerato la piccola scuola di frontiera sottodimensionata, costringendomi a inoltrare domanda di trasferimento.
Ho lavorato in quel territorio con grande entusiasmo, affiancata da docenti e personale ATA volenterosi e speranzosi che si potesse seminare nel cuore dei bambini per avere un domani migliore.
Ricordo come il primo giorno di servizio mi siano stati mostrati gli uffici tutti dotati di pesanti cancelli di ferro, lasciando intendere che mi sarebbero serviti per difendermi.
La mia prima esclamazione è stata:
“Aprite tutti i cancelli e gettate le chiavi”.
E così è stato, non mi sono mai dovuta difendere barricandomi dentro gli uffici.
I problemi, che sicuramente c’erano, venivano affrontati attraverso il dialogo e il confronto.
Sono stati anni straordinari dove, insieme al gruppo dei docenti, abbiamo creduto di poter cambiare il clima che vi era intorno alla scuola.
E così è stato.
Per farla breve le attività più belle sono state quelle svolte con i genitori, dove erano loro i protagonisti.
La prima volta che lanciammo il progetto genitori si presentarono solo un papà e una mamma. Ma non perdemmo la speranza e cercammo di realizzare dei progetti dove erano previsti dei gettoni di presenza.
Furono quelle le occasioni per avvicinare, finalmente, le famiglie alla scuola.
I genitori capirono che la scuola pensava solo al bene dei loro figli, che fosse un’agenzia educativa e non un “presidio di legalità” da temere, da tenere a distanza.
Il grande risultato ottenuto fu il rispetto della scuola e dei suoi operatori.
Tutto questo adesso non c’è più.
A volte qualche studente del Gagini che abita da quelle parti viene a chiedermi un permesso per uscire prima dato che gli autobus che forniscono la zona sono sporadici.
Per evitare che i ragazzi restino in giro per tutto il pomeriggio concedo i permessi, con rammarico, considerando che perderanno una parte delle lezioni.
La Mazzarrona, dal punto di vista di una progettualità che pensi alla crescita, al futuro, al risanamento delle disuguaglianze sociali che segnano pesantemente quel territorio, è a tutt’oggi completamente abbandonata.
Il fatto di non parlarne, di non pensarci, non vuol dire che non ci sia.
La Mazzarrona è ancora lì, con i suoi palazzi logori, l’incuria delle campagne intorno, i cumuli di spazzatura per le strade. Se passate da lì non vedrete bambini.
La Mazzarrona non è per loro!
Per chi volesse di seguito troverete, oltre allo stralcio del POF di quegli anni, l’elenco dei partenariati con enti, associazioni e territorio che siamo riusciti a implementare già dal primo anno di dirigenza.
Sono ben 44!