Il Premio Vittorini.
Un premio letterario tutto siracusano, intitolato al più eccelso scrittore della modernità che ha avuto i suoi natali proprio a Siracusa.
Da appassionata di scrittura ne ho sempre seguito le vicende, guardando con fiducia alla ripresa delle attività degli ultimi anni, nonostante le difficoltà del territorio legate alle problematicità delle ex province.
Nel 2022 decido di partecipare con un romanzo che racconta la storia di uomini e donne che, nei primi del novecento, hanno segnato la storia della nostra città ridando vita alle rappresentazioni classiche.
Si tratta dell’opera “I fantasmi di Dioniso” edita da Morellini, un romanzo ambientato nella Siracusa di inizio secolo, dove le spinte nazionali ed europee di rinnovamento del teatro si concretizzano nella messa in scena del dramma antico. Il teatro en plein air fungerà da volano per un percorso virtuoso di sviluppo culturale ed economico del territorio, sulla scia di deboli esperienze precedenti condotte in Europa.
Protagonisti di tale scenario sono personaggi illuminati che consacreranno la propria vita all’amata Siracusa, come Mario Tommaso Gargallo, Paolo Orsi, Giovanni Fusero e molti altri.
La prima rappresentazione del lungo ciclo, che arriva fino ai nostri giorni con l’istituzione dell’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), avverrà nel 1914 con la messa in scena dell’Agamennone di Eschilo. Le scenografie sono di Duilio Cambellotti, per una regia e traduzione di Ettore Romagnoli, figure delineate chiaramente nella narrazione.
Da sfondo all’organizzazione emerge il panorama artistico dell’Italia del primo ‘900, con scorci di vita di grandi personalità come Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse, e le spinte dei movimenti culturali legati alla nascita del Futurismo di Tommaso Marinetti e Umberto Boccioni.
Dopo il 1914 vi è la parentesi dolorosa della Prima Guerra Mondiale che coinvolgerà le vite dei protagonisti, e nella quale perirà Giosuè Borsi, uno degli attori della prima rappresentazione.
Il ciclo riprende nel 1921 con la messa in scena delle Coefore di Eschilo, di cui nel 2021 ricorre il centenario, con una serie di eventi che Siracusa e l’Italia si accingono a celebrare.
Il romanzo vuole essere una testimonianza dei fatti e degli intendimenti dei protagonisti, basandosi sullo studio delle fonti storiche che supportano la narrazione.
Ebbene, insieme all’editore decidiamo di inviare 8 copie dell’opera, animati dalla fiducia che un’opera incentrata sui personaggi che hanno dato l’esempio di una gestione corretta e lungimirante del proprio presente sia ancora palpabile nell’eredità che stiamo raccogliendo.
Personalmente non mi aspetto che l’opera possa vincere, cosciente che un premio che aspira a ritornare alla ribalta del panorama nazionale si debba rivolgere a protagonisti non locali, ma credo che, quantomeno, gli organizzatori prenderanno in considerazione la possibilità di una menzione o, almeno, di una semplice elencazione tra le opere partecipanti.
Ogni aspettativa viene delusa. Tutto questo non avviene.
Non una menzione, non un’indicazione al pubblico, non l’elencazione delle opere partecipanti nel sito web, non un ringraziamento agli editori, non una mail pervenuta di riscontro alla ricezione delle opere e alla partecipazione della stessa.
Tutto questo non avviene non solo per la mia opera ma anche per tutti gli altri partecipanti, a esclusione dei tre finalisti.
Mi chiedo allora: il premio vuole crescere invogliando le case editrici a partecipare? Vuole creare consensi nel mondo editoriale?
La risposta è no. Ma allora qual è il fine?
Non avendo nessuna risposta a tutti questi interrogativi sicuramente non parteciperò più, sicura che nessuno noterà la mia assenza.