Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol hanno lavorato a quattro mani su circa 160 tele nel periodo che va dal 1983 al 1985.
L’esposizione che si è tenuta a Parigi presso la fondazione Louis Vuitton è consacrata a un’avventura eccezionale che riunisce i due artisti più celebri della seconda metà del 20º secolo nel contesto particolare della scena artistica degli anni 80. Ci permette di scoprire un insieme di pitture, disegni, fotografie e archivi nati da un’intesa e una complicità che vanno a incarnarsi in opere comuni. Loro stessi dicono che le tele più riuscite sono quelle in cui non si può dire chi ha fatto cosa. I due artisti si incontrano formalmente per la prima volta nell’ottobre del 1982. Due generazioni li separano ma l’intesa è immediata. Warhol attraversa un periodo considerato meno fruttuoso ma ha raggiunto la notorietà.
Tra il 1984 e il 1985, i due, il talentuoso e autodidatta artista emergente e il grande maestro iconico per eccellenza, attraversano uno straordinario momento di energia creativa, condiviso anche con Francesco Clemente che li avrebbe condotti, da un lato, a uno dei punti più alti e interessanti della loro ricerca, dall’altro, a una crisi insanabile nel rapporto, dovuta anche a una ricezione, nell’immediato, non proprio positiva delle mostre congiunte. Intorno a questa storia tanto incredibile quanto profondamente radicata in un preciso contesto storico, sociale e culturale, è costruita “Basquiat x Warhol, painting 4 hands”, la nuova mostra che la Fondation Louis Vuitton di Parigi.
L’esposizione tenta di restituire quella particolare «Conversazione attraverso la pittura», come la definì Keith Haring, attraverso ben 100 opere firmate congiuntamente dai due artisti e riunite per la prima volta. Sono inoltre presenti anche lavori individuali e una serie di opere di altri grandi autori, come Jenny Holzer e Kenny Scharf, oltre allo stesso Haring, per rievocare l’atmosfera unica della New York degli anni ’80, epicentro dell’arte contemporanea. L’esposizione è ampliata da un denso apparato fotografico, tra cui la famosa serie “Boxing Gloves” realizzata da Michael Halsband e prodotta per comporre il manifesto della fatidica mostra tenutasi nel 1985 alla Galleria di Tony Shafrazi, che presentò le opere a quattro mani e segnò l’inizio della fine dell’amicizia tra i due.
La mostra della Fondation Louis Vuitton si apre con una serie di ritratti “a specchio”: Basquiat visto da Warhol e Warhol da Basquiat. Si prosegue dunque con le prime collaborazioni, incoraggiate dal mercante dei due artisti, Bruno Bischofberger e realizzate di insieme all’artista italiano Francesco Clemente. Dopo i primi 15 dipinti a sei mani, Basquiat e Warhol proseguono la loro collaborazione quasi quotidianamente, con entusiasmo e complicità. «L’energia e la forza dei loro incessanti scambi saranno il motore della mostra, che attraverserà tutte le gallerie della Fondazione», spiegano dall’organizzazione.
«Andy iniziava un dipinto e ci metteva sopra qualcosa di molto riconoscibile o il logo di un prodotto, e io lo deturpavo. Quindi provavo a convincerlo a lavorarci ancora un po’», raccontava Basquiat. «Credo che questi dipinti che stiamo facendo insieme siano migliori quando non puoi riconoscere chi ha fatto quali parti», diceva Warhol.