La scelta di scrivere un romanzo su Andy Warhol è dettata dalla necessità intima di capire a fondo l’arte moderna e di conseguenza contemporanea, che a volte possono apparire insulse e vuote di significato, ma che invece riflettono come uno specchio la realtà sociale e culturale dell’epoca a cui si riferiscono.
Nella scrittura mi sono sempre approcciata all’arte convenzionale, concentrandomi su pittori come Botticelli, Van Gogh, Modigliani.
Poi ho sentito l’esigenza di rivolgermi verso ciò che capivo meno ma che stimolava in me una certa riflessione.
Scrivere su Andy Warhol è stato per me vedere l’arte con i suoi occhi, comprendere perché la sua vita è stata contrassegnata da contraddizioni e opposizioni verso tutto ciò che è conclamato. In un certo senso ho capito in quanto sono riuscita a entrare dentro di lui, così come ho visto i fatti con gli occhi di un altro personaggio che occupa un posto di rilievo in tutta la narrazione. Si tratta di Valerie Solanas, la sua attentatrice, che per un breve tempo è convinta di averlo ucciso rendendosi conto successivamente dell’obiettivo mancato, in quanto Warhol è in fin di vita ma sopravvivrà ai colpi di pistola.
Anche la figura di Valerie è molto particolare e, come tutti gli altri uomini e donne che gravitano intorno alla Factory, ha un passato di dolore e sofferenza profonda determinati da esperienze e fatti avvenuti soprattutto in ambito familiare che li hanno segnati irrimediabilmente.
La narrazione è condotta sotto vari punti di vista, e uno di questi è quello di Valerie Solanas, colei che ha attentato alla vita di Warhol non riuscendo ad ucciderlo ma ferendolo gravemente.
Valerie è una figura controversa, che incarna l’ideale di molte femministe degli anni ’60. L’attentato avviene a New York il 3 giugno 1968.
A quel tempo la Factory, il quartier generale di Warhol, si trova allo Union Building, al sesto piano del n. 33 di Union Square West. Prima si trovava al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan.
Brano tratto dal romanzo “Ho ucciso Andy Warhol”:
Tutti a cercare di capire chi è Andy Warhol…
Che ve ne frega!?
Chi sono? Non lo so neanche io.
A volte sarei tentato di andarlo a leggere sulle riviste. Si scrive molto su di me, ma alla fine guardo solo le figure negli articoli, non importa cosa dicano. Leggo soltanto i segni delle parole.