Il viaggio nei luoghi dove uno dei più grandi artisti di tutti i tempi è vissuto non può non passare da Auvers-sur-Oise, piccolo borgo a nord di Parigi dove ancora permane l’atmosfera incantata di fine ottocento, periodo nel quale Vincent van Gogh visse proprio lì gli ultimi giorni della sua vita.
Nonostante l’afflusso dei turisti la visita del borgo è silenziosa e rispettosa della memoria dell’artista, sepolto nel cimitero del paese insieme al fratello Theo.
La visita si snoda all’aria aperta, tra la piazza principale del municipio, molte volte riprodotta dall’artista, le stradine con scorci di altre opere, la chiesa imponente che ispirò uno dei quadri più celebri dell’artista, il piccolo cimitero.
L’Auberge Ravoux è una tappa fondamentale. Salendo al primo piano per una tortuosa scala di legno si giunge nella stanza vuota di Vincent, rischiarata solo da una piccola finestra alta. Qui il grande artista ha vissuto gli ultimi istanti della sua vita, confortato dalla vicinanza del fratello accorso sul suo letto di morte. L’atmosfera avvolge il visitatore in un’aura di sacralità. Il tempo sembra essersi fermato al fatidico 29 luglio 1890, e ogni cosa appare come lui l’ha lasciata. Anche l’impossibilità a fotografare tende a preservare l’intimità dell’uomo, il rispetto della sua dignità nel momento più difficile.
A coronamento di questo incontro a mezz’aria diventa quasi indispensabile e necessario fermarsi alla locanda posta al piano terra, dove è ancora possibile consumare un pasto, bere qualcosa, assaporare l’atmosfera del luogo nel quale Vincent trascorse molte delle sue ore in compagnia di amici e di coloro che gli volevano bene.
In ultimo la passeggiata deve necessariamente snodarsi tra le campagne per andare a scoprire uno dei luoghi più magici che sia stato mai immortalato attraverso l’arte: il campo di grano, quello con i corvi premonitori di una tragica fine.
La pace di quell’angolo di natura ci fa comprendere come l’avvicinamento alla morte per Vincent sia stata una scelta non dettata dalla disperazione, ma dalla consapevolezza di aver lasciato un segno indelebile nelle coscienze degli uomini che ci saranno dopo di lui. Vincent stesso ha dichiarato di desiderare che “gli uomini e le donne che verranno guardino alle opere come se fossero delle visioni”. Ed è proprio questo che avviene visitando Auvers-sur-Oise; la mistura tra sogno e realtà, l’espansione dell’anima verso una dimensione surreale, intrisa del suo pensiero, delle sue immagini, dei suoi colori. Per sempre Vincent.