Siracusa è una città bellissima, ricca di storia, tesori d’arte e bellezze naturali.
Ha tutti i requisiti per incrementare la sua ricchezza attraverso percorsi virtuosi di sviluppo economico che possono puntare su più fronti: il turismo, il settore agroalimentare, quello industriale lasciatoci in eredità da coloro che, nel secolo scorso, hanno voluto che si creasse un polo industriale viciniore di notevole importanza.
Queste sono le premesse, tuttavia assistiamo all’esodo dei nostri giovani che, dopo una prima formazione, lasciano la propria terra per trovare lavoro nel Nord Italia e anche all’estero.
Sicuramente c’è qualcosa che s’inceppa in tutto il meccanismo e blocca una crescita economica reale del territorio rapportata alle potenzialità esistenti.
I mali di questa città sono tanti e sarebbe necessaria un’analisi del territorio approfondita, al fine di rimuovere gli ostacoli di crescita che bloccano ogni processo di sviluppo.
A mio avviso dovremmo guardare al futuro con maggiore progettualità partendo dai giovani, che rappresentano appunto la futura classe dirigente e i futuri cittadini di una città che vorremmo bellissima.
Le scuole hanno uno strumento che potrebbe essere declinato proprio a favore di una crescita del territorio. Si tratta dell’autonomia scolastica sancita dalla Legge n.59/1997 e implementata negli anni successivi attraverso vari decreti. Tra tutte le prerogative delle istituzioni scolastiche vi è la quota dell’autonomia che permette di progettare un curricolo specifico relativo al 20% delle attività.
Le scuole già applicano tale peculiarità in vari modi, ognuno secondo il proprio punto di vista. Per fare un esempio al Liceo Artistico che io dirigo vi è un percorso specifico di arti figurative di curvatura scultorea che punta però allo sviluppo dei beni culturali attraverso proprio la quota dell’autonomia e un altro percorso nuovissimo di Scenografia con flessibilità Teatro. Tutto questo in quanto Siracusa si colloca proprio nei primissimi posti tra i centri dove i beni culturali e l’arte drammaturgica devono assumere un posto di primo piano nella tutela, nella conservazione, nella valorizzazione.
Ma tutto ciò non basta, proprio perché l’economia del territorio rimane sempre ferma al palo. Si dovrebbe guardare alla progettualità delle scuole con una prospettiva più ampia, pensando a un curricolo territoriale che punti allo sviluppo futuro.
Abbiamo bisogno di giovani che siano formati sui temi dell’imprenditorialità giovanile, su quelli dell’analisi dei bisogni del territorio, su una progettualità coraggiosa che parta delle risorse disponibili. Tutto questo dovrebbe essere fatto all’interno di ogni scuola secondo una progettazione comune che utilizzi anche le recenti risorse dei PCTO (ex alternanza scuola lavoro).
Tali percorsi spesso sono avulsi dal contesto territoriale e svolti solo per assolvere a un mandato istituzionale, non lasciando nulla nel bagaglio culturale ed esperienziale degli studenti.
Per la crescita del territorio sarebbe necessario un curricolo territoriale creato proprio dai principali artefici: le scuole, gli enti locali, le associazioni imprenditoriali.