Nel giugno del 1923 il Comitato Esecutivo per le rappresentazioni classiche a Siracusa pubblica, attraverso il proprio Bollettino, una relazione al progetto che darà luogo alla costruzione del cosiddetto Parco delle Rimembranze.
La città ha un forte desiderio di rinascita dopo le atrocità della Prima Guerra Mondiale e sente l’esigenza di rivivere facendo tesoro dell’esperienza e ricordando tutti coloro che si sono sacrificati per il bene comune. Per tale ragione la passeggiata archeologica nella zona detta del Paradiso prevede la piantumazione di alberi che ricordino i caduti nella guerra mondiale.
Le mie ricerche effettuate per ricostruire proprio quegli anni sono state riversate nella stesura del romanzo “I fantasmi di Dioniso” che rappresenta un percorso di rielaborazione del passato con lo sguardo rivolto al presente.
Di seguito un estratto del documento riscoperto l’interno della biblioteca comunale di Siracusa:
Già avanti la guerra il Comitato per le rappresentazioni classiche aveva fatto voti presso il ministero della P.I. perché si creasse una passeggiata archeologica nella zona così detta del Paradiso. Anche la Soprintendenza dei Monumenti studiò infatti una prima parte di questo progetto limitatamente a un ingrandimento verso il Teatro Greco intorno all’Ara di Ierone. Progetto che fu mandato a Roma e che dal Sottosegretario alle Belle Arti fu fatto vedere al Presidente delle Rappresentazioni Classiche, assicurandolo che sarebbesì preso subito in considerazione. Ora quel progetto è stato ancora più allargato è reso perfetto.
Sono trascorsi parecchi terribili anni e oggi, dietro invito del Ministro della P.I., si è riunito un Comitato per creare anche in Siracusa un Parco delle Rimembranze, in cui siano piantati degli alberi ognuno dei quali ricordi un nostro caduto nella guerra mondiale.
Non può pertanto sfuggire l’opportunità di unire il concetto di una passeggiata archeologica con quello del Parco delle Rimembranze.
Infatti, congiungere con verdi viali svolgenti in severo parco, il gruppo mirabile di monumenti di quella zona (Anfiteatro, Ara di ierone, Latomie, Orecchio di Dionisio, Teatro Greco e Via dei Sepolcri) è un bisogno sentito da quanti amano le antiche memorie e il bello e vogliono vedere rivivere le prime e non inaridire il secondo. E se questo parco fosse poi dedicato alla memoria degli eroi della più grande e terribile delle guerre, quanta poesia, quanta elevatezza di pensieri non desterebbe nel mesto visitatore con i ricordi commisti degli antichissimi siracusani gloriosi nelle armi e nel pensiero e dei moderni non meno gloriosi degli antichi avi per il sangue dato alla Patria in un sogno di libertà e di pace!
Propongo la lettura un brano tratto dal romanzo “I fantasmi di Dioniso”:
Mario Tommaso Gargallo sentiva di dover compiere un ultimo passo, affinché la sua creatura bellissima potesse diventare adulta e crescere sotto lo sguardo attento e protettivo.
«Gentilissimi signori, visti i traguardi raggiunti in questi anni dobbiamo ora concentrarci su un progetto che determinerà la risistemazione definitiva dell’area antica della città» Mario era al centro dell’adunanza, ormai acclamato come punto di riferimento univoco per ogni iniziativa. «Grazie a uno studio accorto di alcuni tecnici, proponiamo oggi la realizzazione di una passeggiata archeologica, che verrà a costituire il futuro Parco delle Rimembranze. L’idea è di congiungere, con verdi viali all’interno dell’area, l’Anfiteatro, l’Ara di Ierone, le Latomie, l’Orecchio di Dionisio, il Teatro Greco e la via dei Sepolcri. Si tratta di un bisogno sentito da quanti amano le antiche memorie. Sarebbe poi di massima apprezzabilità se questo parco venisse dedicato alla memoria degli eroi della più grande e terribile delle guerre, che hanno dato il loro sangue per la Patria, in un sogno di libertà e di pace.»
Detto questo, iniziò a illustrare il piano in modo meticoloso, mostrando anche una larga pianta di tutta l’area destinata al progetto.
I lavori furono eseguiti velocemente, in quanto ogni siracusano desiderava poter calpestare agevolmente quella strada, dalla quale avrebbe goduto della vista che tanto fece sognare gli antichi Greci.
Durante l’inaugurazione, la folla si riversò sul battuto pietroso, camminando come un fiume silenzioso attraverso i ruderi e le pietre, ognuno dei quali avrebbe potuto raccontare una storia.
Siepi di ibiscus odorose e colorate accompagnavano i visitatori.
Gargallo, nelle adunanze, batteva sempre sull’intento di creare la giusta sinergia tra cosmopolitismo e nazionalismo, invitando i concittadini ad alzare lo sguardo verso l’orizzonte, a uscire da una mentalità isolana e provinciale, che contraddistingueva la politica e la cultura del tempo.
Il sogno del teatro antico era nato in lui proprio scrutando all’estero e al resto d’Italia, ed era in tale contesto, ampio e ricco di contaminazioni e di contatti, che dovevano configurarsi le tragedie di Siracusa.
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