Siracusa. La mia città.

La città in cui sono nata fa parte di me, come fosse un mio braccio o una mia gamba. Oppure lo è nell’intimo, dentro la mia testa.

Fatto sta che non potrei vivere lontano da essa. La simbiosi con la mia città si tramuta in una spinta a pensarla sempre al meglio, ad amarla e a capirla per ciò che è stato e che ha segnato il cammino fino al presente.

La storia di Siracusa è fortemente legata a quella del suo teatro, sia nel passato presente, in quanto a tutt’oggi le rappresentazioni classiche curate dall’INDA costituiscono il momento più elevato dell’attività culturale aretusea.

Per la stesura del mio romanzo “I fantasmi di Dioniso”, durante le ricerche condotte presso le biblioteche siracusane, l’archivio di Stato, e le varie associazioni che si occupano di cultura, mi sono imbattuta nell’opera “Il teatro greco di Siracusa” dell’archeologo Giulio Emanuele Rizzo risalente al 1922 e desidero riportare integralmente alcuni passi tratti dal I capitolo:

La storia del teatro di Siracusa, in un primo ed oscuro periodo del suo svolgimento, si confonde con i fasti più antichi della commedia dorico-siceliota e della tragedia attica. Questa gloria non è certo così eccelsa e diffusa come quella che splende intorno alle origini del teatro di Dionysos ad Atene; ma solo di questi due teatri del mondo antico – di quello di Atene, cioè, e di quello di Siracusa – può affermarsi che sorgono nella luce di una grande età e di un’arte la cui voce possente arrivata sino a noi.

Siracusa, nel principio del secolo quinto, aveva affermato la sua potenza, sotto la saggia forte guida dei Dinomenidi: risonava recente la fama della vittoria che, presso l’Imera, Gelone aveva ottenuto sui barbari dell’Occidente (480 avanti Cristo); era seguita ad essa un’altra vittoria, non meno grande per gli effetti, quella che Jerone aveva riportato presso Cuma (474), togliendo agli Etruschi il dominio del mare; – sorgevano i templi e gli altri monumenti votivi che, in patria a Delfi e ad Olimpia, i Principi potenti dedicavano, e terminando nei bronzi o nei marmi, al cospetto delle genti elleniche, i trofei ritorti ai nemici le vittorie negli agoni sacri; – fioriva nelle arti e le lettere, all’ombra di quella salda grandezza. E se in questa età felice della vita siracusana, la commedia dorica assurgeva a dignità alta di genere letterario con i poeti padri, Epicarmo, Formide e Deinoloco, altri poeti della Grecia accorrevano, attratti dalla fama e dalla potenza dei Dinomenidi, alla città che Pindaro cantava “inclita e grande” e oltre che Pindaro, Simonide e Bacchilide, Senofane, Eschilo, e forse anche Frinico, erano accolti alla corte di Jerone….

Che Dioniso abbia, perciò, volto le sue cure al teatro, è congettura tutt’altro che improbabile; e noi vedremo, dalla storia architettonica del monumento, che alcune delle sue più importanti innovazioni risalgono, con ogni probabilità, ai primi decenni del secolo quarto, ai tempi cioè della maggiore potenza del monarca siracusano…

Brano tratto dal romanzo “I fantasmi di Dioniso” Morellini editore:

Il 1923 fu l’anno del trionfo della classicità, anche per un’altra iniziativa.

Il marchese Filippo Francesco Gargallo promosse un concorso per la realizzazione di una monografia sul teatro greco di Siracusa. Ne scaturì la pubblicazione dell’opera di un insigne studioso, Giuseppe Emanuele Rizzo, premiata dalla Regia Accademia dei Lincei dello stesso anno.

Rizzo concludeva la sua opera con queste parole:

“I terremoti, e gli altri agenti naturali di distruzione, le rovine e gli incendi dei barbari, le infami depredazioni degli Spagnoli, le devastanti azioni e l’oltraggio incosciente di villani mugnai, non riuscirono a strappare, dalle rocce tormentate e tenaci, tutte le impronte di nove secoli di vita.”

Dallo studio dell’archeologo emergeva un concetto fondamentale. Gli uomini del tempo dovevano essere consapevoli di essere solamente custodi, e non padroni, del monumento, che apparteneva, invece, all’umanità intera e che, nella sua elegante circolarità, rappresentava l’anello di congiunzione, permanente e continuo, tra le generazioni attuali, passate e future.

La riflessione si concentrava su cosa fosse possibile mettere in scena, senza che il monumento venisse contaminato e snaturato.

Ma in casa Gargallo si preparava anche un altro evento: il matrimonio tra Mario Tommaso e Ada dei Conti Sdrin.

L’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Antonello Gagini” ha realizzato il video IL TEATRO DI DIONISO A SIRACUSA, con la finalità di reinterpretare il passato per individuare nuove connessioni con i beni culturali, i saperi e le tradizioni del territorio, per avviare la costruzione di un futuro sostenibile. Il tema è volto a promuovere e approfondire i diversi aspetti del patrimonio culturale, favorendo l’accesso e la partecipazione per la costruzione identitaria. Il prodotto finale collega la rinascita del dramma antico a Siracusa con i luoghi archeologici della città. Nel progetto sono coinvolte le classi della sezione Audiovisivo e Multimediale del Liceo Artistico, guidati dal Prof. Ermanno Roccasalva Firenze, alcuni studenti della sezione IPSIA Drone, per le riprese aeree, guidati dal Prof. Marco Lo Giudice, la sezione Arti Figurative Scultura flessibilità Beni Culturali con il Prof. Giacomo Lo Verso per la realizzazione della maschera.Al progetto partecipa la regista Rebecca Sulzer e le ballerine di Dance Works di Carla Favata. Le aree esterne del parco archeologico di Siracusa sono riprese su concessione dell’Assessorato ai Beni Culturali e Ambientali, Regione Siciliana – Palermo.

Informazioni sull'autore

Dirigente scolastico, giornalista pubblicista, scrittrice, dirige un istituto di istruzione secondaria superiore con indirizzi artistici, tecnici e professionali.
Svolge funzioni ispettive nelle scuole statali e paritarie, è impegnata da molti anni nella formazione di figure apicali e dirigenziali della scuola, collabora con riviste specializzate del mondo educativo.
Per Edizioni Simone, Euroedizioni e Strige Edizioni ha pubblicato manuali di preparazione dei dirigenti scolastici e dei docenti.
Scrive su riviste di attualità, come il mensile “Bella Magazine”, “Così” e altre testate giornalistiche, con contributi inerenti all’ambito educativo, formativo e artistico.
Appassionata di arti figurative è curatrice scientifica della Mostra “Van Gogh Multimedia Experience” nelle edizioni di Monreale, Venezia, Torino, Parma, Palermo, Napoli.
Nell’ambito della scrittura creativa è autrice di numerose opere letterarie di vario genere, che hanno riscosso consensi e riconoscimenti.
Ha pubblicato i romanzi “Vincent in Love – il lavoro dell’anima” edito da Cairo 2017, “La Diva Simonetta – la sans par” AIEP Editore 2018, il romanzo Fantasy “Il bianco gelsomino – non esistono amori impossibili” Delos Digital 2020, “Parlami in silenzio Modì” AIEP Editore 2020, “Lo specchio delle stelle” Nuova Ipsa Editore 2021, “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone” Soncini Editore 2021 vincitore del premio Scala dei Turchi, “I fantasmi di Dioniso – Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa” Morellini Editore 2021, “Ho ucciso Andy Warhol” Soncini Editore 2023 distribuito in abbinamento alla Gazzetta di Parma. Ultima pubblicazione nel 2025 “Vermeer, il tempo perduto” Morellini editore.

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