Nicolò Paganini dedicò una sonata molto dolce e delicata all’unica donna alla quale riserva una rendita per lascito testamentario. Si tratta, forse, del suo unico vero amore.
Si tratta di Eleonora Quilici che Nicolò conobbe a Lucca, mentre era ospite di sua sorella Anna.
Nel romanzo “Il diavolo sulla quarta corda” ho abbianto le parole a tale melodia con il seguente risultato:
«Se la rosa che leggera vela a me
Porta in sé un amore senza fine
è la rosa che si spinge verso me
difenderò anche tutte le sue spine.
Se la rosa che leggera vela a me
Porta in sé un amore senza fine
è la rosa che si spinge verso me
difenderò anche tutte le sue spine.
Fiori bianchi petali odorosi, si riversano sulla mia pelle
Cascate e nuvole, lucide stelle, che sfavillanti brillano nel ciel.
Se la rosa che tu porgi trema palpitante
Andrò con lei nell’abisso della notte.Fiori bianchi petali odorosi, si riversano sulla mia pelle
Cascate e nuvole, lucide stelle, che sfavillanti brillano nel ciel.
Se la rosa che tu porgi trema palpitante
Andrò con lei nell’abisso della notte.»
Di seguito la sonata eseguita dal duo Siraka, composto da Giuseppa Modica e Valerio Massaro, con la voce narrante di Francesca Pacca.