Sabato 25 giugno 2022 ho avuto il piacere di partecipare all’evento Siracusa Book Festival, seconda edizione, organizzato da Damiano Gallo e Marco Garavaglia, per presentare l’opera di Martino Midali.
Il libro biografico “La stoffa della mia vita. Un intreccio tra trama e ordito” scritto da Midali insieme a Cinzia Alibrandi ed edito da Cairo, ci regala una narrazione intensa e appassionata di quello che è la sua vita, la sua storia, le tensioni interiori che lo hanno portato all’affermazione nel mondo della moda.
Il procedimento è simile a quello adottato da Andy Warhol, con il quale lo stilista ha molti punti in comune. L’accostamento mi colpisce in quanto ho appena finito di scrivere un romanzo proprio su Warhol. Andy detta i suoi diari nel 1976 a Pat Hackett, sua assistente, segretaria e amica, spesso condividendo telefonicamente quanto gli accade quotidianamente, Midali decide invece di scrivere questo libro a quattro mani con Cinzia Alibrandi.
La cosa che colpisce maggiormente è la volontà di Martino di mostrarsi al pubblico per quello che è, senza veli o artifici. Leggendo le pagine della biografia emerge l’avversione che Midali prova nei confronti del pettegolezzo, della falsità che a volte connota le relazioni. Proprio per ovviare a questa ipotesi Martino non dà alcuno spazio al fraintendimento, descrivendo schiettamente la sua personalità, il suo vissuto, gli ideali che persegue costantemente.
Dalla narrazione emergono le figure ben delineate dei suoi familiari, delle persone che gli vogliono bene e che, in qualche modo, ne hanno influenzato la personalità portandolo diventare ciò che è. Vediamo soprattutto figure femminili: la mamma Carla, la nonna Marta, le zie con le quali ha un feeling speciale.
Le parole della nonna Marta risuoneranno nella sua mente per molto tempo: «ma io lo sapevo che avresti avuto successo!» «Un uomo non diventa uomo se non mangia pane intriso dalle proprie lacrime.»
Il suo ambiente di provenienza è quello della campagna, della terra, denso di valori che si fissano nella sua persona e lo guidano fino all’età adulta. Sin da giovanissimo Martino avverte di avere un disegno speciale scritto dentro di sé e sa che può arrivare alla sua meta. Il carattere forte e deciso lo aiuta ad affermarsi e a raggiungere pienamente gli obiettivi portandolo a essere oggi uno degli stilisti maggiori del panorama nazionale e internazionale.
Midali stesso asserisce di trovarsi molto nella metafora del treno in viaggio, in quanto si avverte in perpetuo movimento. A lui non appartiene il senso di appagamento che porta ripiegarsi su se stessi e a diventare inattivi, ma è un uomo continuamente in divenire.
Colpisce la sensibilità manifestata verso la magia che attraversa le nostre vite, come l’esoterismo che spinge l’anima a concretizzarsi nei fatti.
Martino sente molto anche l’influenza del meridione in particolare della Sicilia. Racconta lui stesso un viaggio che lo porta a Cefalù, dove abita di fronte al mare. Nell’isola trova l’ispirazione per realizzare le fusciacche multiuso che oggi sono un accessorio importante del suo brand. Un altro contatto con la Sicilia ce l’ha nel 1971 quando svolge il servizio militare a Palermo.
Martino parla anche molto dei suoi colleghi stilisti come Armani, o Fiorucci. Nelle sue parole non emerge mai una nota di concorrenza, ma lo stilista si pone come partecipe di un grande progetto che è quello dell’affermazione del made in Italy come percorso di eccellenza.
Nel 1981 arriva l’inaspettato successo con le innovative magliette colorate moderne, nelle quali molto si sente l’influsso della pop art di Andy Warhol, con figure femminili che sono sempre più mostrate come icone che si fissano nella mente.
Ma l’obiettivo principale è quello di creare un feeling particolare con le donne che indossano i suoi campi. La moda equivale ad amare e Midali sente di essere lo stilista di ognuna di quelle infinite donne delle quali soddisfa un desiderio, accarezzandone i corpi femminili e nel contempo la loro anima.