Il romanzo “I fantasmi di Dioniso – Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa” edito da Morellini, nasce nel centenario della seconda rappresentazione delle Coefore di Eschilo del 1921, ripercorrendo le tappe della fondazione dell’INDA.
Nella Siracusa di inizio secolo le spinte nazionali ed europee, di rinnovamento del teatro, si concretizzano nella messa in scena del dramma antico. Il teatro en plein air fungerà da volano per un percorso virtuoso di sviluppo culturale ed economico del territorio, sulla scia di deboli esperienze precedenti condotte in Europa. I protagonisti degli anni d’oro del dramma antico, guidati da Mario Tommaso Gargallo, sono personaggi illuminati, che consacrano la propria vita all’amata Siracusa, come Paolo Orsi, Giovanni Fusero e molti altri.
La suggestione particolare è data dal fascino atavico del teatro greco di Siracusa. Si tratta di una seduzione senza tempo, che attrae ancora oggi com’è successo per gli antichi greci e come è avvenuto nei primi anni del novecento, quando un gruppo di uomini di buoni principi ha deciso di far rinascere il dramma antico proprio nella sua culla primordiale.
Tutti noi siamo consapevoli come il teatro di pietra esalti e valorizzi un luogo di straordinaria valenza archeologica, artistica e culturale, che ben si pone come culla della rinascita del fantastico mondo dell’arte.
Il teatro ha propria origine dalle celebrazioni religiose in onore di Dioniso, il dio della linfa vitale della natura, dell’estasi, del vino, della parte più istintiva dell’individuo. Proprio durante le feste in onore di Dioniso venivano intonati canti in onore del dio, chiamati “canti del capro”, cioè tragedie, cantate in coro e accompagnate da danze.
Brano tratto dal romanzo “I fantasmi di Dioniso”:
Romagnoli, seduto accanto al cavaliere Paolo Orsi, sussurrò all’orecchio del vicino, lasciandosi andare a quelle che erano le sue supposizioni: «Prevedo che non se ne farà niente, anche in considerazione della meschinità dei fondi».
«È molto probabile che la sottoscrizione delle azioni da cinquanta lire andrà quasi deserta» rispose Orsi sommessamente.
Lo sguardo serio dei due studiosi era nettamente contrastante con quello di Gargallo, impetuoso e propositivo: «Sulla base delle mie previsioni la prima festa dell’arte avrà luogo tra meno di un anno, proprio qui dove adesso si affollano i nostri pensieri. Essi prenderanno forma e diventeranno delle persone. E il dio Dioniso, a cui erano dedicati gli agoni drammatici, tornerà ad alitare tra queste antiche pietre»