Il marchese Gian Carlo Di Negro, precettore di Nicolò Paganini, è un patrizio genovese, poeta improvvisatore secondo la moda del suo tempo. Pare che abbia anche un certo talento per la danza e ha modo di farne sfoggio con Madame De Staël, della quale subisce il fascino. Gian Carlo scrive queste parole riferendosi a lei:
Il suo dir m’incantava oltre misura.
Quando Madame De Staël visita Genova, il marchese la conduce a visitare la tomba di Andrea Doria nella chiesa di San Matteo e in suo onore organizza delle serate conviviali presso la Villetta Di Negro.
La Villetta Di Negro ospita una panoramica oasi verde di circa due ettari, in pieno centro di Genova, dove nel XVI secolo sorgeva il baluardo di Santa Caterina, parte importante della cinta difensiva della città.
Decaduta la funzione militare, il marchese Gian Carlo Di Negro acquista il terreno nel 1802 e fonda una scuola di botanica realizzando un parco, dove alla collezione botanica aggiunge reperti dell’antichità classica, alternati a busti di genovesi illustri.
Dieci anni dopo, in seguito alla scomparsa del marchese, il Comune acquista il parco e la villa, apportando a riprese diverse modifiche, realizzando le grotte, la scenografica cascata e la casa del giardiniere.
Nella Villetta Di Negro il marchese fa collocare alcuni busti visibili nella cartolina.
I busti rappresentano Lanfranco Cicala, Andalò Di Negro, Ambrogio Spinola, Bartolomeo Fallamonica, Battistina Vernazza, Antonio Canova, Andrea Doria, Caffaro, Nicolò Paganini, Megollo Lercari e Cristoforo Colombo.
Tra gli ospiti illustri del Marchese vi è dunque anche il più celebre dei violinisti, Niccolò Paganini, in merito al quale si narra un episodio avvenuto proprio nella Villetta.
Un giorno è lì ospite il compositore Kreutzer. Ha con sé un suo spartito particolarmente ostico da eseguire. Il giovane Paganini gli dà appena uno sguardo ed esegue il brano alla perfezione, lasciando tutti a bocca aperta per il suo talento.
Il 28 luglio 1835, nel giardino della Villetta il marchese fa inaugurare, con una sontuosa festa, un busto marmoreo del musicista, opera dello scultore Paolo Olivari.
Nel “Poligrafo, giornale di lettere, scienze ed arti” diretto dal cavaliere Giovanni Orti, pubblicato a Verona nel 1836, si legge in riferimento a quanto pubblicato a Genova dai fratelli Pagano:
“E ben t’avvisasti di dare, vivente Lui, a sì bella e generosa idea compimento. Perciocchè in questo è diversa la musica dalle arti sorelle, che delle altre restano i capilavori in dimostrazione piena e continua del merito degli artisti; della musica stanno bensì le opere scritte; ma il merito supremo dell’esecuzione, merito supremo di Paganini, in chi non ha né mai ebbe secondo, questo merito passa con l’uomo senza lasciar traccia alcuna del fuggitivo, ancorchè immenso piacer che produsse. Laonde giusto era, non solo offrire a Paganini un tale omaggio, ma ancora offrirglielo presentemente. Che se coloro i quali van celebrando sue lodi fossero mai accagionati di aver trapassato i confini del vero, bene Egli proverà, dove il voglia, la falsità dell’imputazione…
… Quegli spirti eguali
Son, Paganini, le memorie eterne
Dell’alte melodie, di che il divino
Arco tuo vivamente anima i suoni
Del tuo strumento, e il multiforme inspira
Sovrumano oscillar cre di tua destra
Sotto il flessibil fremito immortale
Si fa perente.”
Nel romanzo storico “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone” di un episodio avvenuto nel 1803, quando Nicolò Paganini fa rientro a Genova e partecipa a una festa organizzata dal marchese Di Negro, proprio alla Villetta.
Si tratta di un periodo nel quale Genova e dilaniata dalle tensioni opposte tra Francia, Inghilterra e Austria che se la contendono.
In quell’occasione il violinista suona un pezzo pensato per chitarra, con l’accompagnamento del violino che quella sera è mancante. La sonata è dedicata alla signorina Emilia Di Negro, nipote del marchese.
Da lì a poco Emilia sposerà il figlio di un valoroso generale dell’armata francese di Napoleone Bonaparte, di Dombrowski.
A quei tempi è frequente che militari francesi delle armate napoleoniche sposino nobildonne genovesi, per rafforzare la propria presenza sul territorio intrecciando collegamenti familiari con le casate nobiliari di Genova.
Brano tratto dal romanzo “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone”, Soncini Editore:
«Sonata Concertata in la maggiore per chitarra sola con accompagnamento di violino. Dedicata a Emilia Di Negro» il marchese alzò lo sguardo pensieroso. «Dedicata a mia nipote! La ragazza ha ancora una bellezza pura e innocente. Dovevo immaginare che vi avrebbe colpito» tergiversò. «Comunque abbiamo lo spartito, la composizione, il musicista. Abbiamo tutto per organizzare l’evento inaugurale…» rise soddisfatto «prima che gli inglesi ce ne facciano passare la voglia. Sarà una giornata memorabile. Anzi, faremo tutto di sera e illumineremo il giardino con le torce, come se fosse giorno.»
ACQUISTA DALLO STORE SENZA SPESE AGGIUNTIVE