Nel 1808 Nicolò Paganini si reca a Torino, ospite del principe Borghese con la moglie Paolina Bonaparte, sorella di Elisa.
Paolina Borghese è molto bella, seduttrice e capricciosa.
Lo studioso Arturo Codignola sostiene che Nicolò “conquista le simpatie della principessa Paolina Borghese, la quale, poco dopo, si ritira con lui in un discreto sito nelle valli piemontesi”.
Celebre è la statua realizzata da Antonio Canova che riproduce Paolina Borghese come Venere Vincitrice, custodita alla Galleria Borghese di Roma che ho avuto il piacere di visitare recentemente.
Fu il marito a commissionare l’opera allo scultore. Per realizzare la statua Canova organizzò adeguatamente la propria bottega in modo da dedicarsi interamente alla scultura e venne pagato 6000 scudi.
Nella statua Paolina è riprodotta con estrema sensualità, tanto da destare scalpore negli ambienti aristocratici dell’epoca.
Si racconta che il marito abbia esclamato vedendola: “Come! Avete posato così nuda davanti al Canova?” “Ma la stanza era ben riscaldata!” ha risposto prontamente la moglie.
Nel 1820 Camillo Borghese decide di rimuovere la statua da Palazzo Borghese e di chiuderla in una cassa, anche per far cessare gli ingressi non autorizzati che fruttano un certo guadagno alla servitù, che permette a visitatori estranei di poter vedere le bellezze di Paolina.
Paolina è raffigurata nelle sembianze di Venere Vincitrice; nella mano sinistra regge una mela che rievoca la vittoria di Afrodite nel Giudizio di Paride. La donna appare distesa sul divano fornito di un unico bracciolo, con il busto nudo, mentre la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera. Canova applica una patina rossa su tutte le parti epidermiche della scultura, in modo da imitare il colore dell’incarnato, dandogli una lieve parvenza di vita. La scultura può essere osservata da ogni angolazione.
Brano tratto dal romanzo “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone”:
Un velo bianco si posò sul viso.
Vento leggero, soffio di luce. E poi musica. Allegra e frizzante.
La superficie lucida e levigata del marmo sembrò rianimarsi.
La donna, dal naso dritto e dalla fronte superba, si voltò lievemente verso di lui, sbattendo le ciglia. Sorrise invitante.
La mela cadde e lei scoprì completamente il ventre.
Un lampo, un chiarore, e caduta di petali bianchi. Il candore della pelle gli pervase l’anima.
Batté le palpebre, aprì gli occhi e il sogno svanì, lasciandogli addosso un tepore insolito. Un alito di donna.
Si alzò con la voglia di suonare, di riprendere la composizione di qualche anno prima, al tempo della conoscenza della principessa.
Paolina Bonaparte.
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