Il 14 luglio 1805 Elisa Bonaparte Baciocchi fa il suo ingresso trionfale a Lucca.
Sorella di Napoleone Bonaparte è stata da lui incoronata principessa di Lucca e Piombino. La dama stabilisce la sua corte a Lucca, con l’intento di rinnovarne la vitalità e di incentivarne l’arte e la cultura.
Nicolò assiste a una serata elegante dove Elisa Baciocchi indossa un abito da regina assiro-babilonese. Successivamente Elisa si fa riprendere in quella foggia in un ritratto eseguito dal pittore François Gérard.
La donna è subito affascinata dalla potenza della musica del violinista.
Elisa Bonaparte arriva a Lucca su una carrozza tirata da quattro cavalli e seguita da 24 staffieri. La principessa è nevrotica e ingurgita, come sedativi, litri di latte di capra. Si circonda di sfarzo e per pagare le spese fa riaprire le case di marmo di Carrara da dove produce in serie il busto di Napoleone che smercia in tutta Europa.
Elisa concede a Paganini varie decorazioni e nomine, come quella di Capitano della Gendarmeria Reale di Lucca e Piombino. Elisa ama molto la musica di Paganini, tanto da cadere spesso in svenimenti. In quegli anni Paganini le dedica il “Duo Merveille”. Nel 1809 Elisa diventa granduchessa di Toscana e Paganini la segue a Firenze.
Elisa passerà ai posteri come la Semiramide Lucchese, una donna leggendaria di cui hanno scritto in molti, indicata come dedita al peccato e alla lussuria. Dante Alighieri la colloca nel secondo cerchio dell’Inferno della sua Divina Commedia, Giovanni Boccaccio la condanna come libidinosa, ambiziosa e crudele.
Brano tratto dal romanzo “Il diavolo sulla quarta corda”:
Elisa sorrise. Paganini notò come lei avesse cambiato totalmente atteggiamento rispetto al primo approccio, avuto nel momento della loro conoscenza. Adesso sorrideva sempre, qualunque parola lui dicesse.
Il musicista capì che avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa. Bastava che lo chiedesse.
«Realmente, se sono riuscita ad avere questo effetto su di voi, allora dovremmo fare in modo che suoniate più spesso per me… per amore dell’arte» Elisa lo guardava diretto negli occhi.
Il giovane sorrise, facendo una leggera smorfia: «Non manca certo da parte mia, signora! Dovrei avere un
incarico stabile presso la vostra corte» Paganini lasciò cadere così la frase, per cercare di capire quali fossero le intenzioni della sovrana.
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