Il romanzo “Lo specchio delle stelle”, Nuova Ipsa Editore, nasce da una suggestione avuta in un luogo magico, dove tutti gli elementi della natura si incontrano: Montalbano Elicona.
Trovandomi nell’aria ferma e ampia che spazia sulla Sicilia, con una visuale unica, ho visto concretizzarsi in me ciò che sapevo da tempo e che costituisce la parte più intima della mia personalità.
La narrazione storica si snoda attraverso il 1300, al tempo di Federico III d’Aragona. Partendo da quei luoghi dove emergono le tracce dei tempi passati, spesso indecifrabili, ho scoperto delle storie che si intrecciano fino a tessere la trama di una narrazione densa di intrighi, segreti, verità che la terra e le pietre del paesino hanno celato per lunghi secoli.
Uno dei protagonisti principali di questa storia è Arnaldo da Villanova, una figura straordinaria conosciuta in tutto il mondo, che decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita proprio in Sicilia, a Montalbano Elicona. Si tratta di un medico alchimista, uno scienziato che riesce, con la sua perspicacia e intelligenza, a scandagliare i segreti della natura. Il suo percorso accanto al re e alla sua sposa lo condurranno a chiarire alcune regole fondamentali del creato che sono custodite in ogni pietra, foglia, goccia di rugiada.
Arnaldo rappresenta l’animo umano per eccellenza, la volontà di studiare il creato e l’universo per scoprire le regole che lo governano. Lo scienziato ci riesce proprio in un’epoca in cui non ci sono ancora i mezzi della scienza attuale, le sue pratiche saranno antesignane degli studi futuri di astronomia, medicina, biologia. Quella che pratica sarà una sorta di medicina astrale, proprio in un sito magico posto accanto al borgo: l’Argimusco.
Brano tratto dal romanzo “Lo specchio delle stelle”:
«Se vogliamo essere chiari, e non avere fraintendimenti, l’alchimia è una scienza. Niente magia.»
Annusò l’aroma del preparato e invitò il re a fare altrettanto, poi iniziarono a sorseggiare:
«Etimologicamente deriva dalla parola araba al-kīmiyā, a sua volta risalente al siriaco. Sta a indicare l’arte della pietra filosofale».
Federico ascoltava con attenzione, assaporando il gusto dell’intruglio che subito gli provocò un calore avvolgente al petto.
Si sentì tranquillo e rilassato.
«Non è niente di occulto» continuò Arnaldo, sorbendo anch’egli «è la scienza dell’intelletto, che permette all’uomo di studiare in modo empirico il creato, di osservare criticamente i fenomeni naturali e di comprendere le regole che li governano» ancora gustò della fragranza. «L’intento dell’alchimista è quello di penetrare all’interno delle cose e dei fenomeni, allo scopo di apprendere lo stato essenziale della materia e di addentrarsi nelle leggi che governano la fisicità. Nulla è casuale, ma ogni evento o entità è determinato da un codice intrinseco, che muove le cose e ne segna lo sviluppo, il divenire. Se l’uomo riuscirà a comprendere queste regole assolute e primordiali avrà compreso l’universo.»
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