Amedeo Modigliani e Lunia Czechowska si incontrano a Parigi nel 1916 grazie al gallerista Léopold Zborowski. Lunia parlerà di questo incontro lungamente nel 1990, in un’intervista pubblicata sul “Tirreno”, rilascia ad Aldo Santini.
Così Lunia racconta il loro incontro:
“Lo vedo ancora attraversare il boulevard Monparnasse, un bel giovane con un grande cappello di feltro nero, vestito di velluto, una sciarpa rossa, le matite che gli uscivano dalle tasche e sottobraccio un’enorme cartella di disegni. Era Modigliani e venne a sedersi accanto a me. Fui colpita dalla sua distinzione, dalla radiosità e dalla bellezza degli occhi. Era insieme molto semplice e molto nobile. Com’era diverso da tutti gli altri nei minimi gesti, fin nel modo di stringere la mano!”
Da quel momento tra Modì e Lunia nasce un’amicizia profonda che accompagnerà il pittore fino alla fine.
Il primo dipinto che la ritrae ha il titolo “La femme au col blanc” del 1917.
Lunia, durante l’intervista, svela un piccolo segreto; la tela a olio ancora fresca, cade per terra dove vi è un fiammifero che si appiccica al colore. Modigliani non vuole toglierlo e questo resto è ancora presente nel quadro.
Il dipinto, proveniente dal museo di Grenoble, sarà esposto in una mostra organizzata a Parma dalla Fondazione Magnani-Rocca fino al 18 luglio 2021, dove alcune opere di Modigliani saranno messe a confronto con importanti esempi della pittura senese trecentesca e quattrocentesca, dalla quale Modigliani è fortemente attratto.
Lunia è una delle poche persone che conosce la gravità del male di Modigliani e sa che il pittore eccede con l’alcol perché tormentato da un problema particolare: placare gli accessi di tosse.
Nel novembre del 1919 Lunia parte per il sud della Francia, in quanto afferma di averne bisogno per motivi di salute. Nei suoi ricordi ci sono molti elementi che fanno pensare che tra i due non ci sia solo amicizia, anche se la parola amore non viene mai pronunciata. Modigliani vorrebbe accompagnarla, ma Jeanne è già avanti con la gravidanza. Lunia ricorda con rammarico che se Modì fosse andato con lei forse avrebbe avuto qualche probabilità di vivere ancora.
L’ultima fotografia di Modigliani è del 1919. In essa gli occhi sono colmi di consapevolezza dolorosa.
Lunia riferisce nell’intervista:
“Amarlo significava rinunciare a tutto e a tutti per lui”.
Lunia non è disposta a farlo.
Lunia non sa della morte di Amedeo Modigliani, avvenuta il 24 gennaio 1920. Lei rientra a Parigi nel settembre del 1920, le dicono che Modì è tornato a Livorno, ma lei non è convinta.
Si rivedranno ancora, ma solo in un sogno.
Di questo racconto nel mio romanzo “Parlami in silenzio Modì”.
Brano tratto dal romanzo:
La visione di Lunia, in quel momento, mi diede la stessa impressione. Era una donna bellissima.
La purezza della sua anima la innalzava a livelli di spiritualità mai toccati prima e riusciva a comunicare con gli altri solamente attraverso il suo incedere, le movenze, la sua vicinanza.
Se solo fosse stato possibile, se avessi avuto tempo, avrei sperato, avrei creduto in un miracolo.
La dipinsi nella stessa posa di Nefertiti, con la statuarietà di una regina.
Ma Lunia rappresentava una regina senza re, senza castello, piena di una ricchezza interiore estrema.
Il quadro era quasi finito, eppure non resistetti, cedendo all’istinto di avvicinarmi a lei, fingendo che non fosse ancora pronto.
«Lunia» la accarezzai sul collo, leggermente, come si sfiora una statua. Sentii il calore della pelle fluire attraverso le mie membra. Lei mi guardò ferma, poi chiuse gli occhi.
Le lunghe ciglia si inumidirono.
Tremò di un respiro profondo. Ansimò con le palpebre socchiuse:
«Ti prego, non infrangere il sogno».
Non udii, non volli ascoltare.
Mi avvicinai ancora, in un moto irrefrenabile e le mie labbra furono sulle sue, delicatamente.