O fulgida requie d’Alfeo,

o di Siracusa

vermena tu florida, Ortigia,

d’Artèmide talamo, di Deio sorella,

da te l’inno armonico lanciasi,

per laudi comporre ai corsieri dal pie’ di tempesta, mercè

di Giove, signore dell’Etna;

e il carro di Cromio e Nemèa mi spingon, che a belle vittorie

l’encomio dei cantici aggioghi.

dalle Odi di Pindaro, (518 a.C. /438 a.C.)

Ortigia, ovvero Ὀρτυγία in greco antico, è il toponimo dell’isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa.
Il suo nome deriva dal greco antico ortyx (ὄρτυξ) che significa “quaglia“. 

Ortigia ha un legame con l’isola greca del mare Egeo Delos (Delo in lingua italiana). Entrambe le isole nell’antichità si chiamavano Ortigia.
Il parallelismo tra Ortigia e Delos mi è ancora più caro in quanto il mio recente romanzo “Il bianco gelsomino” è ambientato in Ortigia e casualità ha voluto che sia stato pubblicato dall’editore Delos Digital.
La fortunata coincidenza merita sicuramente un approfondimento!

L’Ortigia greca venne in seguito denominata Delos, parola che deriva dal termine greco “deloo” cioè “colei che mostra” “isola luminosa”. Dal 1.000 a.C. i micenei vi instaurarono il culto di Apollo e della gemella Artemide in quanto la mitologia greca li considera nati qui, perché proprio Latona vi si rifugiò per dare alla luce i figli di Zeus, proteggendosi dall’ira di Era, sua moglie. Per ringraziare l’isola brulla di averla accolta le conferì il dono della prosperità, trasformandone il terreno arido in una terra piena di luce, fissandola, con dei pilastri nel fondo marino, e fermando così il suo vagabondare per il Mediterraneo.

In cambio vi edificò il santuario del dio Apollo; per tale motivo nel corso dei secoli, quell’isola rimase sacra ai greci e a chi predicava il culto del dio del sole.

Delos è uno spettacolare sito archeologico inserito dal 1990 fra i patrimoni dell’umanità Unesco. 

Pindaro e altri poeti hanno successivamente narrato di questo legame tra le due Ortigia, mettendo in risalto i punti che esse avevano in comune; Pindaro definisce l’isola siciliana “degna sorella di Delos” e le dedica dei versi.

Da un punto di vista strettamente geologico Ortigia è composta da una tipologia di roccia che presenta delle fratture naturali e che si presta a far filtrare l’acqua naturalmente.

Per tale ragione l’isola è collegata idrologicamente alla terraferma siracusana, in quanto una falda profonda ricca d’acqua alimenta sorgenti e fonti naturali che fuoriescono al di sotto o in corrispondenza del livello medio del mare.

Una di queste è la ben nota Fonte Aretusa, uno specchio d’acqua dolce situato in Ortigia e che arriva al contatto con l’acqua salata del mare.

Altri esempi di sorgenti naturali in Ortigia sono rappresentati dalla Fontana degli Schiavi, da uno dei miqwè, cioè un bagno ebraico molto suggestivo,  dalla Vasca della Regina, una sorgente naturale posta al di sotto del livello del mare, nel Castello Maniace.

Altro aspetto morfologico molto interessante dell’isola di Ortigia, sono i suoi ipogei, scavati dai siracusani nei secoli, già dai tempi greci fino ai tempi bellici della seconda guerra mondiale, quando questi ipogei vennero utilizzati come rifugi antiaerei per la popolazione.

Il più importante è quello di Piazza Duomo, recentemente aperto al pubblico, sulle cui pareti si notano anche degli affreschi bizantini.

Ortigia ha molti ipogei sotterranei, in alcuni, come in quello del quartiere ebraico, la Giudecca, vi è anche la presenza dell’acqua dolce, con le stesse caratteristiche delle altre polluzioni d’acqua naturale presenti.

Informazioni sull'autore

Dirigente scolastico, giornalista pubblicista, scrittrice, dirige un istituto di istruzione secondaria superiore con indirizzi artistici, tecnici e professionali.
Svolge funzioni ispettive nelle scuole statali e paritarie, è impegnata da molti anni nella formazione di figure apicali e dirigenziali della scuola, collabora con riviste specializzate del mondo educativo.
Per Edizioni Simone, Euroedizioni e Strige Edizioni ha pubblicato manuali di preparazione dei dirigenti scolastici e dei docenti.
Scrive su riviste di attualità, come il mensile “Bella Magazine”, “Così” e altre testate giornalistiche, con contributi inerenti all’ambito educativo, formativo e artistico.
Appassionata di arti figurative è curatrice scientifica della Mostra “Van Gogh Multimedia Experience” nelle edizioni di Monreale, Venezia, Torino, Parma, Palermo, Napoli.
Nell’ambito della scrittura creativa è autrice di numerose opere letterarie di vario genere, che hanno riscosso consensi e riconoscimenti.
Ha pubblicato i romanzi “Vincent in Love – il lavoro dell’anima” edito da Cairo 2017, “La Diva Simonetta – la sans par” AIEP Editore 2018, il romanzo Fantasy “Il bianco gelsomino – non esistono amori impossibili” Delos Digital 2020, “Parlami in silenzio Modì” AIEP Editore 2020, “Lo specchio delle stelle” Nuova Ipsa Editore 2021, “Il diavolo sulla quarta corda – Nicolò Paganini e il suo Cannone” Soncini Editore 2021 vincitore del premio Scala dei Turchi, “I fantasmi di Dioniso – Mario Tommaso Gargallo e il sogno del Teatro Classico a Siracusa” Morellini Editore 2021, “Ho ucciso Andy Warhol” Soncini Editore 2023 distribuito in abbinamento alla Gazzetta di Parma. Ultima pubblicazione nel 2025 “Vermeer, il tempo perduto” Morellini editore.

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