Oggi, 14 febbraio, è la festa degli innamorati.
Dedicare una pagina all’amore è la cosa più semplice che si possa fare, in quanto l’amore è la forza della vita stessa, il nostro respiro, la sostanza dell’essere.
L’amore può avere vari aspetti, rivolgersi alla persona amata, ai figli, ai genitori, ma l’amore può anche essere un sentimento provato verso un ideale o qualcosa di sublime che dà un senso alla nostra esistenza.
L’amore è il nostro respiro.
Vincent van Gogh è un artista che ha interpretato il vero amore come la spinta interiore che lo ha portato a essere costantemente coerente con se stesso.
In fondo questa è stata la sua sventura: non riuscire a non amare.
Dalla biografia più comune, diffusa sul grande artista olandese, sembrerebbe che Vincent non abbia avuto grandi amori. E invece, rileggendo le sue lettere, Vincent è un uomo estremamente passionale, che crede nell’amore e per tale motivo non può accettare compromessi, ma deve seguire la spinta che emerge dall’intimo.
Varie donne si sono affacciate nella vita del grande artista, oggetto di un amore non corrisposto, che pertanto gli ha provocato molta sofferenza.
Tra queste vi è Eugénie Loyer, che conosce a Londra in età giovanile, e la cugina Kee Vos-Stricker, per la quale Vincent si brucerà la mano sopra la fiamma della lampada.
Ma Vincent ha avuto anche degli amori corrisposti, quello per Margot, contrastata dalla famiglia e, soprattutto, quello per Clasina Maria Hoornik, che Vincent chiama Christine.
Si tratta di una donna che ha un passato da prostituta, una figlia avuta da un uomo di cui non si conosce l’identità, è un altro figlio in arrivo.
Vincent vive con lei per molti mesi e questa è la sua famiglia.
Ama anche i due figli; il più piccolo prenderà il nome di Willem, secondo nome di Vincent Van Gogh.
L’artista crede talmente tanto nell’amore che esprime ai familiari la volontà di sposarla, ma in questo sarà fortemente contrastato, in quanto mai la famiglia Van Gogh potrà imparentarsi con una prostituta.
Vincent sa che l’amore è un sentimento che richiede coraggio, il coraggio di seguirlo.
Ma anche lui sarà talmente debole da non riuscire ad andare fino in fondo. Tutto questo lo porterà alla disperazione e alla follia, per la quale chiederà di essere curato.
Vincent muore suicida, colpendosi con una pistola in un campo di grano di Auver-sur-Oise, ma anche per Clasina il destino sarà lo stesso, in quanto, alcuni anni dopo si getterà in un fiume.
Dopo aver conosciuto Vincent non sarà più prostituta, ma la vita sarà ugualmente molto dura con lei.
Brano tratto dal romanzo “Vincent in Love – il lavoro dell’anima”:
L’amore è più forte di ogni altra cosa, è un sentimento che pervade la vita di ogni essere che giunge a sfiorarlo, mettendo a dura prova la vita stessa, ma che richiede coraggio, il coraggio di seguirlo. Non tutti gli uomini, nella loro vita, incontrano il vero amore, quello sublime, superiore, talmente grande da diventare impercettibile per noi esseri legati alla corporeità della materia. Quando lo si incontra se ne percepisce subito la grandezza e nello stesso tempo la pericolosità, capace di annullare ogni altra cosa, di far diventare grigio ciò che prima appariva bianco. So bene come un uomo che ami riesca a vedere la realtà attraverso un filtro, che gli permette di distinguere tutte le tonalità e di gioire di ogni colore che si
scompone nella luce, di scoprire come in un campo di grano si possa cogliere il violetto, il rosso e il ceruleo. Quando lo si incontra non si può che assecondarlo, cancellando ogni altra cosa.
Brano tratto dal romanzo “Vincent in Love – il lavoro dell’anima”:
Preso dall’impetuosità rimarcai ogni tratto del disegno con il gessetto nero, segnando le pieghe della pelle e infittendo i ciuffi di capelli ondulati che sembravano accarezzare la povera creatura proteggendola all’esterno. Apposi quindi come didascalia una domanda che mi riecheggiò in testa, ripresa dal testo La Femme di Michelet che avevo letto in passato:
«Dolore. Com’è possibile che esista al mondo una donna sola, abbandonata?».
Vincent