Studiando la biografia di Amedeo Modigliani emergono una serie di episodi che definiscono in modo nitido la vita degli ambienti parigini del primo novecento, frequentati da artisti, poeti, personaggi che determineranno la storia dell’arte futura.
Tra questi accadimenti ve ne sono di poco conosciuti, come quello in cui Amedeo Modigliani vede puntare contro di sè un revolver. Pare anche che sia partito un colpo.
Siamo a Parigi nel 1917. A quel tempo Modigliani vive insieme alla scrittrice e giornalista Beatrice Hastings. I rapporti tra i due si sono deteriorati. Modigliani è sofferente per la sua malattia tubercolare, ma cerca in ogni modo di mascherarla utilizzando espedienti di ogni tipo, come alcol e droghe. Ne viene fuori una persona irascibile e incostante. I due hanno delle personalità molto forti che ben presto si vanno a scontrare.
Pare anche che Beatrice abbia scoperto Modigliani in alcuni teneri tête-à-tête con delle amiche. Comunque Beatrice si stanca della vita logorante e decide di lasciare il pittore. Lo fa nel modo più semplice per lei, cercando rifugio in un altro uomo: Alfredo Pina.
Modì è un uomo profondamente passionale, pertanto non accetta subito la separazione. Beatrice, dal canto suo, non si sa bene cosa abbia raccontato ad Alfredo Pina. Ma la cosa importante è che quest’ultimo odia Modigliani.
Nei primi mesi del 1917 il pittore Braque rientra a Parigi dalla guerra, con una ferita alla testa. La pittrice Marie Vassilieff decide di festeggiare nella sua casa di avenue du Maine.
Ha invitato tutti gli artisti più importanti, come Picasso, Juan Gris, Cendras, Matisse. Beatrice insiste per essere accompagnata da Alfredo Pina. Ma se ci fosse stato anche Modigliani si prevedevano scintille.
Così la Vassilieff prega Modigliani di non partecipare alla festa, promettendogli tre franchi.
La Vassilieff si dà molto da fare e la scena della festa è riprodotta in un disegno della Vassilieff.
Vediamo in basso a sinistra la Vassilieff con il coltello in mano si prepara a tagliare il tacchino tenuto da Henri Matisse. A sinistra siede il mutilato Blaise Vendras, poi Pablo Picasso in camicia e cravatta, accanto Marcelle Braque incoronata di alloro. Dall’altra parte del tavolo vi è Beatrice Hastings con accanto Alfredo Pina che punta la pistola.
Modigliani, non invitato, entra dalla porta con altra gente.
Pare che Pina abbia esploso un colpo mancando il bersaglio e Modigliani viene mandato via.
Dai racconti sembra che la festa sia continuata senza altre complicazioni.
Tanti di questi episodi, riscoperti nei documenti del tempo, riporto nel romanzo “Parlami in silenzio Modì”, facendo immergere il lettore nell’aria frizzante della Parigi bohémienne di Montparnasse.
Brano tratto dal romanzo “Parlami in silenzio Modì”:
Canticchiava per la casa seria, come se stesse meditando qualcosa.
Un pomeriggio, casualmente mentre lei era uscita, aprendo un cassetto trovai una pistola. Sbalordito per la presenza di quell’oggetto in casa, lo presi in mano cercando di comprendere se fosse funzionante. L’arma sembrava nuova e, accanto, vi era uno scatolo con i proiettili.
Ebbi paura. Beatrice era una donna imprevedibile.
Cosa doveva fare con quella pistola?
Rimisi tutto a posto, ma cercai di indagare per capire le sue intenzioni.
In questo mio atteggiamento di osservazione compresi una cosa che non mi era ancora chiara. Beatrice attendeva, ogni sera, la visita di Max Jacob, il mio amico poeta che stava in rue Gabrielle, a due passi dalla nostra casa. Eppure intesi subito che Max era solo un diversivo, in quanto il vero obiettivo di Beatrice era l’artista italiano Alfredo Pina.