Amedeo Modigliani può essere considerato uno studioso dell’animo umano. La sua indagine si concentra, sin dagli esordi, sull’essere, nel tentativo di cogliere il carattere profondo dei personaggi.
Quello che gli interessa è la vita interiore, col risultato di consegnare all’umanità opere di grande intensità, impostate in modo classico, riconducibili stilisticamente alla lezione di Cézanne, con una impaginazione solida, strutturata ed essenziale.
La sua intenzione è di rendere il modello con estrema precisione, che però dipinge febbrilmente con eccezionale rapidità.
Ma Modigliani non risente solo l’influsso di Cézanne, in quanto nelle sue opere traspaiono impulsi delle atmosfere di Lautrec e di Picasso.
Quest’ultimo collegamento è chiaramente visibile nel ritratto di Maud Abrantès del 1908, che presenta reminiscenze cromatiche e pennellate vigorose.
Modì ha ritratto quasi tutte le persone che ha incontrato durante la sua vita irrequieta, come pittori, scultori, poeti e letterati, e attraverso i suoi ritratti è diventato quasi un cronista di quell’epoca bohémienne di Montparnasse.
Attraverso i suoi dipinti si appropria delle persone che lo circondano, dando sfogo a un istinto primario di contatto e di relazione intima.
Ed ecco che anche uno schizzo, tracciato velocemente in preda all’enfasi del momento, rende perfettamente la personalità di una donna, del suo sentire di quell’attimo.
Maud Abrantès è una signora americana dell’alta borghesia, ma soprattutto una scrittrice.
Una donna dalla sensibilità particolare che affascina Modigliani proprio per la commistione tra sensualità, arte, musicalità delle parole.
«Se dipingete come guardate le donne siete un maestro.»
La nostra presentazione avvenne lì, sotto gli occhi gelosi di Gertrude Stein, che ci scrutò sfiorarci come due ragazzi a una festa, e l’intervento possessivo della sua amante Alice, che intercettava ogni sua attenzione verso altre donne, soprattutto se belle, presagendo un tradimento.
Maud Abrantès mi disse subito sì, con uno sguardo lucido di gioia mista a timore, contornata da dipinti di artisti esordienti, destinati a segnare la storia di tutti i tempi, e modelle immortalate per l’eternità. Come a breve lo sarebbe
stata lei.
Era la donna più affascinante che avessi mai conosciuta.
Scesi giù per strada insieme alla comitiva, lei salutò tutti galantemente. Ma non si rivolse a me e non mi diede la mano. Non mi aveva ancora congedato.
La seguii da solo, fino alla sua macchina, e salii con lei, diretti verso la notte di Parigi.
Tratto da Parlami in silenzio Modì, Aiep Editore.